L’incontro con la psichiatria
In Italia, finii nelle maglie della psichiatria. Fui ospitato da due comunità e da una casa famiglia. Solo dal 2022 tornai ad abitare a casa con mia madre. Al momento la aiuto e la sostengo, ma la mia relazione con la psichiatria non è ancora conclusa.
Sto andando da un deprescrittore, che ha il compito di scalarmi il farmaco, fino ad eliminarlo. Ma solo se durante lo scalaggio capirà che si può fare.
La mia carriera di scrittore va molto a rilento, anche perché il farmaco mi addormenta parzialmente il cervello, rendendolo meno attivo.
Spero di poter tornare ad essere libero dal consumo di queste sostanze, che comunque avvelenano il corpo.
Attraverso quello che scrivo: i miei romanzi e i miei manuali, vorrei portare qualcosa di buono al prossimo. Possano le mie parole essere edificanti, seppur scaturite da esperienze sofferte. Possano anzi, proprio queste esperienze, costituire il carburante per fare un viaggio di autorealizzazione interiore.
Spero che questo percorso di riqualificazione, attraverso la scrittura, possa arrivare a buon fine. Mi rimetto anche alla comprensione di chi mi legge.
Non sono ancora riuscito a capire che cosa devo pagare, in questa fatica che sto facendo, come fonte di riscatto, per ritornare ad essere un cittadino come tutti gli altri, con un lavoro e quant’altro. Mi piacerebbe poter svolgere unicamente il lavoro di autore, ma economicamente non sembra essere possibile. Purtroppo non si guadagna abbastanza. Per cui per ora è solo una missione di vita. Mia madre vorrebbe che mi facessi una famiglia, ma non avendo una fonte di reddito accettabile, a 43 anni corro il rischio di essere già troppo vecchio. Non ho neanche una fidanzata. Per cui non c’è proprio speranza.
La mia vita è costellata di impedimenti e non sono certo che riuscirò a liberarmi da tutte queste condizioni.
Sto parlando sinceramente, anche mettendo in campo cose che normalmente si mantengono nella privacy. Eppure spero che così, mettendo in piazza tutto, riuscirò a liberarmi e a reintegrarmi nella società. Uno scrittore deve essere autentico, se vuole essere apprezzato dai propri lettori. In fondo voi che cosa vorreste? Un’immagine fittizia e parziale o il completo disvelamento dell’autore, mediante quello che scrive? Io credo la seconda: in questo modo si realizza l’autore, ma anche chi lo segue, perché attraversa anche le proprie problematiche, mediante l’esperienza dell’autore. Questo è quello in cui credo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, nei commenti.
Grazie.
Fabrizio Pattaro
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