Il fatto da cui è scaturito tutto, è avvenuto nel 2008
Tutto è iniziato nel 2001. Mi aveva appena lasciato la mia fidanzata e ero in piena crisi interiore. Ero sofferente. Avevo bisogno di trovare una compensazione.
Incomincia a praticare Taijiquan presso un centro che insegnava tale pratica. Era per me come un’ancora di salvezza. In questo centro conobbi molte discipline legate all’oriente.
Immergendomi in queste conoscenze, ebbi un primo contatto con le culture orientali.
Decisi così di iscrivermi alla Facoltà di Studi Orientali, presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Iniziai a studiare la lingua e la cultura cinesi.
Attraverso la mia maestra di Taijiquan, che era cinese, conobbi un medico, di nome Zhao Gang che si occupava di Buddismo Chan e prometteva, attraverso trattamenti di agopuntura, somministrazione di decotti di erbe cinesi e meditazione, di far giungere chi lo seguiva ad uno stato di risveglio interiore. Un risveglio dal cosiddetto addormentamento collettivo, in cui, secondo lui, la maggior parte delle persone era immersa.
Anche se i suoi discorsi sembravano un po’ stravaganti, vista la mia giovane età, mi fidai e decisi di partecipare ad un ritiro di meditazione, che avrebbe tenuto in Cina, nel 2008. Insieme a me avrebbero partecipato al ritiro anche due russi: un russo e una russa.
Il ritiro durò un mese. In quel periodo, ogni giorno mi somministrava un decotto di erbe cinesi, si camminava tutto il giorno in ambienti naturali e non si parlava, se non la sera a cena. La località era BeiDaiHe, a Nord di Pechino. Sul mare.
A seguito del ritiro, sperimentai uno stato di profondo malessere interiore, dato dall’assunzione delle erbe, che a suo avviso, servivano per espandere la mente. Tornato in Italia, mi accorsi che avevo bisogno di aiuto. Ricontattai il maestro cinese, che era anche un medico di medicina tradizionale cinese. Lui mi disse che si trovava in Polonia e che se volevo proseguire il ritiro, avrei dovuto arrivare in una località che si chiamava Poznan.
Sperando che potesse trovare una soluzione a questo stato di malessere che era emerso, andai in Polonia. Tuttavia non riuscii mai a raggiungere questo maestro.
Nello stato in cui mi trovavo, sottoposto a quelle che, oggi mi sento di dire, forse erano delle droghe, persi il portafogli e i documenti e finii nei guai.
A seguito di alterne vicende, l’ambasciatore italiano in Polonia, mi suggerì di farmi passare per pazzo, richiedendo una relazione ad una psicologa che conoscevo, che avrebbe dovuto essere molto gonfiata. La psicologa fece la relazione e io potei ritornare in Italia. Ma in Italia mi aspettavano altri guai. L’interesse per le culture orientali e le pratiche ad esse correlate ha scombussolato completamente la mia vita, che prima era improntata a quanto presente in Italia: questioni italiane e Chiesa Cattolica. Ad oggi non so se è stato solo un cammino fatto mettendomi nelle mani di quello che in fondo era uno spacciatore di sostanze stupefacenti o se era un autentico maestro e uno sciamano, che si serviva di sostanze che erano funzionali a quanto egli proponeva: un cambiamento di percezione della realtà.
All’epoca avevo 27 anni e non ero pronto per quello che ho affrontato. Ma i guai non sono finiti qui. Del seguito ne parlerò nei prossimi post.
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